Miti, dei e paesaggi da un Giappone subtropicale
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Con le sue invidiabili spiagge e località di villeggiatura e i siti di richiamo disseminati ovunque sul suo territorio, la prefettura di Miyazaki resta un’area da visitare senza indugio.

Una volta sbarcati a Kyushu, la più meridionale delle quattro isole maggiori dell’arcipelago giapponese, non si può esimersi dall’esplorare tutta la prefettura.

Sebbene un tempo Miyazaki fosse celebre, specialmente agli occhi del turismo interno, come ambita meta da luna di miele, la località ha finito col perdere a poco a poco questa attrattiva; per restare una meta turistica di gran lunga sottovalutata e semisconosciuta alla maggior parte del turismo internazionale.

Annidata verso sud sulla costa orientale di Kyushu, la città di Miyazaki può suscitare all’arrivo (con volo interno, treno veloce o bus) una prorompente voglia di mare, con il suo clima balneare e i suoi lunghi viali costeggiati da palme ad alto fusto.Il consiglio migliore resta però quello di investire la propria permanenza in area mettendosi prima possibile in moto verso sud lungo la Costa di Nichinan, ricchissima di attrazioni da non perdere.

Pur essendo possibile ricorrere a un servizio locale di bus (è previsto anche un abbonamento ad hoc per i turisti), potrebbe essere consigliabile l’opzione di un’auto a noleggio per la migliore fruibilità di un tragitto che offre straordinarie risorse paesaggistiche.

A una quindicina di chilometri da Miyazaki, proprio adiacente alla costa, prende forma una delle principali ragioni per recarsi in questa prefettura: l’isoletta di Aoshima.Collegata all’entroterra da un panoramico ponticello pedonale, Aoshima è per il visitatore uno scrigno di risorse uniche, a partire dal suggestivo fenomeno geologico che riguarda le sue coste.

Si tratta di vistose stratificazioni rocciose, in gran parte scoperte dall’acqua bassa, che si atteggiano a lunghe e scure righe parallele.

La sorpresa della vista può tradursi nella fantasia di una gigantesca asse da lavanderia, circostanza che ha fatto assumere a questo spettacolo, tutto da scoprire e da godere anche da vicino, il nome di Lavatoio del Diavolo.

Il Tempio di Aoshima

Volgendo lo sguardo, si può proseguire intorno al fazzoletto di foresta tropicale che occupa l’isola per scoprire un’altra meraviglia: Il Tempio di Aoshima.

Rilassante e colorato – fra il verde in cui è immerso e i profumi, gli scorci e il rumore del mare che lo circonda – questo tempio è sede di una influente divinità della religione tradizionale Shinto, particolarmente preposta a far combaciare due anime fra loro in vista del matrimonio perfetto.

Chiunque sia in cerca del vero amore in Giappone, considera una visita ad Aoshima come un passo decisivo; ma non si potrà avere alcuna certezza del risultato, se non si centrerà al primo colpo un bersaglio predisposto allo scopo con un apposito dischetto di argilla: sempre che si abbia il coraggio di tentare il lancio!

Il Tempio di UdoJingu

Proseguendo verso sud lungo la Costa di Nichinan, dopo una ventina di chilometri ci si imbatte in un nuovo sito sacro: il Tempio di UdoJingu.Una volta arrivati in un ampio parcheggio, occorrerà raggiungere a piedi l’ingresso del tempio.

Ma è proprio dopo aver varcato questa soglia che si resterà sopraffatti dalla splendida visione dell’intero complesso che si affaccia sull’Oceano Pacifico.

Non che manchino altrove in Giappone templi collocati in posizione panoramica, ma negli altri casi si tratta di strutture poste sulla sommità di un monte.

UdoJingu è invece collocato lungo il fianco di un’altura che precipita con drammatica bellezza verso il mare, col rosso intenso che colora l’edificio e la tinta verdazzurra del tetto tipico che si stagliano sullo sfondo scuro e variegato della pendenza rocciosa.

Un’altra particolarità che contribuisce a rendere unico UdoJingu sta nel fatto che la sezione principale del tempio è scavata in una grotta all’interno della parete obliqua.

L’intero sito è circondato da un’alta sacralità in quanto una celebre leggenda shintoista ne ricollegala fondazione alla stessa origine della dinastia imperiale giapponese.

È qui che sarebbe venuto alla luce Ugayafukiaezu, divinità centrale nella mitologia Shinto in quanto padre del primo mitico imperatore del Giappone: Jimmu.

Dopo la nascita di Ugayafukiaezu, sua madre – la dea del mare Toyotamahime – avrebbe costruito qui un rifugio per il suo piccolo appena nato utilizzando le piume di un cormorano.

Anche altre leggende sacre pullulano intorno al Tempio di UdoJingu, ma nella tradizione giapponese questo sito resta essenzialmente associato all’idea di una visita da parte delle coppie prossime al matrimonio per propiziare una fortunata gravidanza e una successiva felice nascita.

Ma il favore degli dei richiede anche qui una prova:da una panoramica collocazione a strapiombo sul mare, i devoti dovranno scagliare un ciottolo in direzione di una roccia collocata più in basso, tentando di centrare una cavità piena d’acqua circondata da un cordone sulla sommità di questo scoglio.

La suggestione del contesto e la curiosità di certe pratiche devozionali esotiche possono accendere un certo grado di curiosità. Ma che senso può avere cedere alle lusinghe dei miti e dei significati dello Shinto nella cultura giapponese?

Lo shintoismo è la vera e propria religione tradizionale originaria del Giappone. Si tratta di un culto animista e politeista come se ne possono rinvenire anche altrove nell’oriente asiatico.

La caratteristica dello Shinto sta però nella circostanza che le sue divinità, chiamate Kamipo, possono coincidere con delle semplici presenze spirituali connesse a determinati luoghi, ma possonoanche assumere più alti significati metafisici, come nel caso della dea del sole Amaterasu.

I Kami possono corrispondere anche ad antenati o ad eroi di vinificati, e la stessa dinastia imperiale giapponese discende da una specifica famiglia di queste divinità.

Ecco perché questo culto ha al tempo stesso in Giappone una duplice dimensione: di tipo sciamanico e popolare, da un lato, ma anche di alto profilo istituzionale e di sacralizzazione dell’idea di stato e della persona del sovrano, dall’altro lato.

L’altra grande religione giapponese, il buddhismo, è stata invece importata dalla Cina; ma è stata poi caratterizzata in maniera singolare dalla cultura giapponese, e ha finito col realizzare – con alterna vicenda nel corso della storia –una sorta di ibridazione sincretistica con lo stesso shintoismo.

Passeggiata intorno al castello di Obi

Il tratto stradale fra i due templi è anche quello più spettacolare per i suoi paesaggi sulla costa ma, lasciato il Tempio di UdoJingu, è possibile raggiungere in una ventina di minuti– virando verso l’entroterra– la storica cittadella militare chiamata Castello di Obi.

Si tratta di un complesso di dimore tradizionali adibite all’alloggio dei samurai.

Il nucleo originario di Obi risale al XV secolo nell’intrico della storia feudale del Giappone, ma questa specie di città-caserma accrebbe il suo splendore quando raggiunse la massima operatività militare durante il Periodo Edo, dal 1603 al 1868.

Oggi si visitano diverse antiche abitazioni che restituiscono il sapore di un’epoca, e diversi spazi sono adibiti ad aree museali per il piacere di immergersi nella ricchezza del passato giapponese;per poi percorrere viali costeggiati da giardini e da canali in cui si possono osservare i coloratissimi pesci koi.

Il Castello di Obi potrebbe anche essere l’occasione per una stuzzicante pausa pranzo in cui non perdere l’occasione di assaggiare il prelibato tonnetto locale che può essere servito in tre modalità: crudo in versione sashimi, preparato in una speciale zuppa di riso oppure grigliato su di un particolare fornello a carbonella.

Sono serviti anche due condimenti: una salsa a base di sesamo e una salsa di soia con aglio e zenzero.

Alternativamente è possibile provare, in tutta l’area, un’altra specialità gastronomica locale: il pollo, che costituisce la base per una serie di gustosissimi piatti. Anche qui la griglia a carbonella ha il suo bel ruolo nel conferire alle carni, così brunite, di questo volatile una inaudita scioglievolezza e tenerezza all’atto del morso.

Invertendo la rotta in direzione nord, il parco di Sun Messe Nichinan offre un’altra rilassante – ma questa volta bizzarra – occasione di sosta panoramica.

Un ampio e articolato spazio verde, attrezzato con punti di ristoro e negozi, si sviluppa fra movimenti architettonici di gusto moderno e forme d’arte contemporanea.

Ma il belvedere riserva l’inattesa apparizione di ben sette statue Moai dell’Isola di Pasqua!

Si tratta ovviamente di repliche – le uniche autorizzate al mondo – che nel grigio della loro pietra si stagliano contro il blu che sovrasta l’Oceano Pacifico, facendosi così forse perdonare lo scherzo agli occhi del visitatore.

In mezz’ora d’auto da questo parco è possibile ritrovarsi infine nella Valle di Inohae, presso la cittadina di Kitago.

Dove alloggiare a Kyushu

È qui che si può trovare un raffinato rifugio nella dimensione dell’Hotel Nemunohana, la cui architettura intende amalgamarsi e integrarsi massimamente con la natura circostante secondo una precisa strategia definita senza mezzi termini “forestaterapia”.

Una filosofia che postula il rinvigorimento fisico e mentale, con dichiarati effetti a cascata a partire dai benefici sulla pressione sanguigna fino al sistema immunitario, desidera offrire un soggiorno in cui la disposizione tanto degli ambienti comuni quanto delle singole stanze dia la precisa idea dell’ingresso della foresta negli stessi spazi in cui si soggiorna.

Questo effetto è dovuto alla maniacale precisione giapponese nel determinare perfino come i raggi del sole possano essere filtrati negli ambienti interni delle 10 suite elegantemente accessoriate e articolate, e munite di ampie vasche da bagno interne ed esterne.

È presente anche un’area massaggi, e un raffinato ristorante interno offre piatti rigorosamente stagionali.

Tra le comodità è da notare un’accogliente libreria munita perfino di caminetto, tanto per valutare questo tipo di viaggio anche nella stagione invernale che resta comunque– data la latitudine di questo lembo di Giappone – nel suo insieme assai mite.