Quell’angolo a nord di Manhattan chiamato Harlem
visitare il quartiere di harlem

Il quartiere di Harlem: La storia

Fondato nel 1658 come nuovo borgo dai colonizzatori olandesi, l’attuale quartiere di Harlem, con una superficie che supera i 3,5 km2, appartiene al distretto di Manhattan – di cui costituisce la prosecuzione oltre i confini nord-orientali del Central Park – e ha tutta una sua articolazione interna a partire dalle tre aree est, centro e ovest.

Lungo il versante occidentale del quartiere, che si avvicina al limite del Fiume Hudson, si succedono al suo interno quattro zone significative: Morningside Heights, Manahattanville, Hamilton Heights e Sugar Hill.

Una simile varietà e complessità urbanistica dipende dalla lunga storia di questo quartiere.

harlem nycNel corso dell’800 Harlem era stato sviluppato con le intenzioni di farne un sobborgo destinato alla classe media, e in quei decenni la popolazione in zona era prevalentemente rappresentata da una borghesia bianca di origine italiana ed ebraico-tedesca.

Gli abitanti di colore arrivarono verso gli inizi del XX secolo, durante la cosiddetta Grande Migrazione che avrebbe spinto i neri americani dalle zone rurali verso le grandi metropoli tra cui proprio New York.

È proprio durante i “ruggenti anni ‘20” dello scorso secolo che Harlem diventò più di un quartiere semplicemente “nero”, trovandosi al centro di un complesso fenomeno culturale.

La popolazione americana di origine africana (ma poi anche caraibica) si organizzava come una piccola e media borghesia, e cominciava ad esplorare le proprie radici identitarie anziché sforzarsi di imitare i concittadini di origine europea.

Il Rinascimento di Harlem

Questo processo divenne percepibile soprattutto con l’importante sviluppo del jazz e del blues, e con la capacità di questi generi musicali di incuriosire e affascinare anche molto pubblico bianco attratto dalla vita notturna esotica e stimolante che si sprigionava dai bar e dai cabaret del quartiere.

Questo fenomeno, passato alla storia come Rinascimento di Harlem, arrivò ad esprimere narratori, poeti, intellettuali, attivisti e filosofi afroamericani via via scoperti anche dalla cultura bianca, nel quadro di una sensibilità culturale complessiva che riusciva progressivamente a conquistare degli spazi editoriali e discografici di carattere nazionale e internazionale.

la storia di harlem new york manhattan

Se qualcuno corre oggi il rischio di associare il nome di Harlem all’idea di un “quartiere malfamato”, ciò è dovuto invece al degrado che la zona andò attraversando – dopo aver già subito gli effetti della Grande Depressione degli anni ’30 – in particolare nei decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando una povertà sempre più diffusa generò la proliferazione di droga e criminalità.

Ma questa pagina più buia della storia di Harlem può dirsi definitivamente conclusa ormai da un trentennio!

A partire dagli anni ’90, un processo di sviluppo edilizio e di nuova crescita economica, un rinato senso di comunità e di identità culturale sono arrivati a far parlare di un vero e proprio “Secondo Rinascimento”.

Le richezze di Harlem

Uno dei più evidenti segnali di questa riqualificazione sta nel grande sviluppo di centri commerciali e di boutique di fascia alta avvenuto negli ultimi venti anni.

Resistono tuttavia anche piccoli negozi caratteristici, ai quali si deve in gran parte l’atmosfera identitaria che qui si respira.

Capi di abbigliamento e prodotti di bellezza direttamente importati dall’Africa costituiscono preziose opportunità di shopping.

Malcolm Shabazz Market

Frequenti mercatini di strada sono i luoghi più suggestivi per sbizzarrirsi in acquisti di incensi, oli essenziali, dischi e svariati accessori.

Il Malcolm Shabazz Market offre una splendida occasione per immergersi in una colorata ambientazione etnica.

Malcolm Shabazz Market

Questo mercato (intitolato a un nipote di Malcom X) è ricchissimo di stoffe e di abiti tradizionali africani, sculture intagliate nel legno e artigianato.

Altre stuzzicanti opportunità di shopping si trovano raggiungendo il Frederick Douglass Boulevard e la Amsterdam Avenue.

Museum Mile

Un’altra ricchezza di Harlem è costituita dai suoi musei, grazie a quella celebre concentrazione lungo la 5ª Strada nota come Museum Mile.

Questo “Miglio dei Musei” è notoriamente dislocato lungo il bordo orientale del Central Park, ma il suo ultimo tratto finisce con lo sconfinare proprio nel quartiere di Harlem.

Museum of the City of New York

Qui si trova il Museum of the City of New York, che raccoglie un milione e mezzo di articoli – fra quadri, disegni, stampe, fotografie, costumi e altri svariatissimi oggetti – e rappresenta una straordinaria antologia storica e artistica di New York dell’800 e del ‘900.

Museum of the City of New York

Poco distante ci si imbatte in El Museo del Barrio: l’unico in città dedicato all’arte caraibica e latino-americana.

Il terzo importante appuntamento museale in questa zona è quello con l’Africa Center, che dal 1984 svolge una cruciale funzione pubblica volta ad incrementare la comprensione e l’apprezzamento di arte e cultura africana.

Studio Museum

Fuori dal Museum Mile è possibile visitare lo Studio Museum – una galleria consacrata ai lavori di artisti di ascendenza africana – e il National Jazz Museum, dedicato alla memoria e alla celebrazione della storia di questo genere musicale.

Schomburg Center for Research in Black Culture

Un altro sito che non dovrebbe mancare all’appello è lo Schomburg Center for Research in Black Culture.

Questa biblioteca di ricerca costituisce un vero e proprio centro di gravità per la comunità ed è intitolata allo scrittore, storico e attivista portoricano di origini tedesco-africane Arturo Alfonso Schomburg (1874–1938).

Schomburg Center for Research in Black Culture Harlem

Istituito nel 1926, questo enorme archivio fu fondato proprio sulla personale collezione di libri rari, manoscritti, autobiografie di schiavi, manufatti e opere d’arte dello studioso di Porto Rico.

Accresciutosi in seguito fino a includere 11 milioni di articoli, la raccolta è oggi alla base di una banca dati internazionale di personalità rilevanti di origine africana individuabili in tutto il mondo.

In aggiunta alle attività di studio e ricerca, questo centro ospita letture, dibattiti, mostre d’arte, offre visite guidate e organizza eventi teatrali.

Graffiti e arte

Un particolare primato di questo quartiere di New York riguarda la concentrazione e la qualità di murales. Nata dal fenomeno dei graffiti di protesta nei difficili anni ’70, questa forma di “street art” ha permesso in passato a tanti giovani di manifestare la propria creatività.

Oggi ci si imbatte in veri e propri capolavori, spesso raggruppati in particolari zone come la Graffiti Wall of Fame, o con dimensioni davvero impressionanti, come nel caso della facciata dell’Harlem Hospital.

vedere graffiti wall of fame harlem

Questo scenario artistico ha una sua complessità, ed è in continua evoluzione. Alcuni dipinti sono realizzati sulle saracinesche dei negozi; e diventano visibili solo dopo gli orari di chiusura, alla stregua di epifaniche apparizioni.

Simboli della cultura da vedere nel quartiere di Harlem

Un altro modo per continuare a godersi Harlem sotto il cielo è quello di esplorare parte dei suoi numerosi e ben curati parchi, passeggiando nei quali ci si può trovare a seguire dei percorsi da vera e propria passeggiata nel bosco; e non è insolito trovarvi infrastrutture come campi da gioco, centri ricreativi, piscine e perfino anfiteatri.

Hamilton Grange National Memorial

Nell’angolo settentrionale del St. Nicholas Park è ubicata la dimora storica di uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America, Alexander Hamilton (1755–1804).

Nata come “casa di campagna”, la Hamilton Grange National Memorial è oggi un museo con ambienti interni magnificamente restaurati e infrastrutture interattive predisposte per i visitatori.

Riverside Park e General Grant National Memorial

Nella punta a nord del Riverside Park, si trova la mole del General Grant National Memorial.

General Grant National Memorial Harlem

Questo tempio di gusto neoclassico a pianta circolare, ritmicamente scandito da colonne ioniche, si ispira alla tomba di Napoleone ed è dedicato alla memoria del generale – e 18° Presidente degli Stati Uniti d’America – Ulysses Grant (1822–1885).

Gli interni sono ricchi di squisiti dettagli architettonici che convergono verso l’area centrale dove giacciono i due sarcofaghi di granito rosso con i resti del generale e di sua moglie Julia.

Passeggiare per le strade di Harlem significa anche imbattersi frequentemente nelle facciate di palazzi risalenti a circa un secolo fa, e poterne ammirare diversi stili architettonici.

Nel rione storico di St. Nicholas si raggruppa una fila di signorili dimore abitate ai primi del ‘900 dalla classe emergente afroamericana.

Central Harlem Historic District

Visitando il Central Harlem Historic District, ben 164 abitazioni a schiera testimoniano gli antichi fasti di un quartiere artistico in cui dimoravano a breve distanza fra loro attori e musicisti protagonisti del Rinascimento di Harlem degli anni ’20.

Per particolarità stilistiche e uso di materiali edilizi – come gli ormai celebri palazzi in pietra rossa del XIX secolo – altre ancora sono le opportunità da cogliere girovagando a piedi in diversi ambiti rionali del quartiere.

Apollo Theater

Un altro fondamentale simbolo della cultura afroamericana di Harlem è l’Apollo Theater. Si sono qui esibiti tutti i più grandi: da Ella Fitzgerald a Louis Armstrong, da James Brown a Michael Jackson.

Aperto nel 1913, può ospitare oltre 1.500 spettatori, ed è stato anche sede di un fvarietà televisivo; ma la straordinaria apertura multiculturale della Harlem di oggi non ha impedito alla mitica band “bianca” heavy metal dei Guns N’ Roses di esibirvisi in un memorabile spettacolo il 20 luglio 2017.

Un’altra particolarità sono le Amateur Night, tenute come una sorta di gara-audizione ogni mercoledì sera e con la partecipazione attiva del pubblico.

A proposito degli “spettacoli” di Harlem, sta diventando un richiamo turistico sempre più forte – anche per i non credenti – la possibilità di assistere ad un Coro Gospel in una delle undici chiese battiste qui presenti.

È bene non dimenticare che ci si ritroverebbe nel contesto di una funzione religiosa, e che occorre quindi mantenere un adeguato contegno; ma è assolutamente concesso lasciarsi coinvolgere dal ritmo e partecipare alla cerimonia in perfetta sintonia con i fedeli!

Rifocillarsi ad Harlem, dopo tante emozioni, significa fare la scoperta di un vero trionfo di cucina interetnica; che privilegia e spesso sovrappone piatti caraibici, africani e latini.

La sintesi più esattamente riconducibile alla gastronomia di Harlem è chiamata Soul Food, per la sua capacità di toccare l’anima di chi compie l’assaggio.

Pollo fritto, costolette di maiale, cavoli verdi, insalata di patate, pane di mais, macaroni and cheese, prosciutto affumicato di stinco – e tanti altri piatti ancora in cui si riflettono antiche ricette degli stati del sud – trovano un simbolico punto di riferimento nello storico ristorante Sylvia’s, a breve distanza dall’Apollo Theater.

Fra un Gospel brunch offerto la domenica e musica dal vivo in calendario il mercoledì, gli abitanti del quartiere si trovano spesso qui a sedere accanto a celebrità di ogni tipo, com’è accaduto in passato con nomi del calibro di Whoopi Goldberg, Bill Clinton, Nelson Mandela e tanti altri.