Bukhara, museo a cielo aperto
Uzbekistan - Bukhara

Bukhara (Bukhoro-I-Saharif), Khiva e Samarcanda sono state il fulcro della leggendaria Via della Seta e costituivano il cosiddetto “grande triangolo dell’est”.

E’ una delle città più antiche dell’Asia Centrale e gli studiosi propendono a farla risalire al XIII secolo a.C. Situata in un’oasi nel deserto a est dell’Amudarya sul corso inferiore del fiume Zeravshan all’incrocio delle vie carovaniere che collegavano l’Arabia all’India e all’antico Catai.

La sua storia è segnata da distruzioni e rinascite. Nel XII secolo fu grande il suo prestigio religioso nell’Islam con importanti famiglie di dotti e di dignitari musulmani.  Venne conquistata da Genghis Khan nel 1220, successivamente nel 1370 entrò sotto il controllo di Tamerlano e rimase possesso mongolo fino alla fine del XV secolo. Nel 1500 fu invasa dagli Uzbeki, divenne capitale dell’omonimo canato, rifiorì commercialmente tornando a essere la città-mercato dei tempi d’oro della Via della Seta con i suoi innumerevoli bazar. Divenne inoltre il fulcro della cultura islamica con oltre 300 moschee e 100 madrase (scuole dedicate allo studio dei fondamenti dell’Islam). Dopo anni tumultuosi segnati dalle guerre tra gli emiri per la successione al trono, Bukhara venne invasa dalle truppe russe nel 1868. Nel 1919 fu inserita nella Repubblica Socialista Sovietica dell’Uzbekistan fino alla nascita dello stato Uzbeko indipendente nel 1991.

Bukhara nel 1993 è stata inserita dall’UNESCO nel Patrimonio dell’Umanità. Quasi tutto il centro storico è una riserva architettonica . La città racchiude oltre 140 edifici protetti di epoca medioevale dall’inestimabile valore che la rendono un vero e proprio museo a cielo aperto. Si possono ammirare le fortezze reali, le madrase e le moschee disseminate nei labirintici e molto suggestivi vicoli del centro.
Tra le meraviglie da scoprire ci sono la Madrasa Mir-i Arab (la più nota e bella, il cui accesso ai visitatori è consentito solo fino al foyer) con i magnifici mosaici che ricoprono tutto il grandissimo portale d’ingresso, le cupole color turchese e il maestoso Minareto, la Madrasa Chor Minor, il bazar coperto che pullula di commercianti di tappeti, il Mausoleo di Ismail Samani (la struttura più antica della città) e Chashma-Ayub, le incantevoli Moschee di Bolo Hauz, con il colonnato in legno, il soffitto a cassettoni e colorati capitelli intarsiati e Po-i-Kalyan situata ai piedi dell’omonimo Minareto, la grandiosa cittadella Ark, che fu distrutta nel 1920 da un incendio e ricostruita interamente, seguendo i progetti originali d’archivio e nella quale oggi si trovano diversi musei.

Da molti, Bukhara è considerata più bella di Samarcanda. Molto probabilmente perché, contrariamente a quest’ultima, si è conservata meglio nel quartiere storico.
La città antica non è però diventata città-museo come Khiva, ma, seppure intatta nelle costruzioni, continua ad essere abitata e piena di vita nelle strade strette, nei mercati, nelle moschee e nelle scuole coraniche.

Un’ultima curiosità: i tappeti di Bukhara, tanto apprezzati e famosi in Occidente, in realtà oggi vengono realizzati in Turkmenistan, che un tempo faceva parte del khanato di Bukhara.

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